Come scegliere il casco da lavoro in base al tipo di attività

L’elmetto antinfortunistico da lavoro è un DPI indispensabile per proteggere la testa… forse la parte del corpo più vitale e delicata. Ma quale casco scegliere?

L’individuazione dell’elmetto da lavoro più adatto compete al datore di lavoro a seguito della valutazione dei rischi perle varie figure professionali coinvolte in azienda, per questo a seconda della mansione specifica dovrà proteggere da:

  • Rischi Meccanici: protegge dalla caduta di oggetti o dall'impatto al suolo (nel caso in cui a cadere sia il lavoratore) ;
  • Rischi da Schiacciamento: resistenza del casco alla pressione laterale esercitata sullo stesso;
  • Rischi elettrici: isolamento elettrico e proprietà dielettriche;
  • Rischi termici: eccessivo caldo o freddo;
  • Rischi da spruzzi di metallo fuso;
  • Rischio da visibilità ridotta : segnalazione riflettente.

Sono elencati poi esempi di fattori di rischio derivanti da un uso errato o da una scelta non idonea del casco di sicurezza sul lavoro. Una scarsa manutenzione, ad esempio , potrebbe compromettere le qualità protettive dell'elmetto; di conseguenza è necessario verificarne l'integrità giorno per giorno e procedere con un'accurata pulizia. 

Le qualità protettive poi non devono compromettere comfort e salute del lavoratore. Elementi come l'ergonomia, il peso, la taglia giusta o la ventilazione interna, sono tutte cose che devono essere prese in considerazione per individuare il casco più efficace. Un esempio ce lo danno i lavori in quota: la resistenza della cinghia sottogola, per questi casi specifici, è secondaria al rischio per il lavoratore di subire strappi alla gola o anche soffocamenti.

Ci soffermiamo ora su alcune caratteristiche di elmetti e copricapi antiurto.

 

L’elmetto di protezione per l’industria “deve comprendere almeno una calotta e una bordatura. I materiali utilizzati devono essere di qualità durevole, ossia le loro caratteristiche non devono subire alterazioni apprezzabili per effetto dell’invecchiamento o modo di impiego ai quali l’elmetto è normalmente soggetto (esposizione al sole, alla pioggia, al freddo, alla polvere, a vibrazioni, contatto con la pelle, col sudore o con prodotti applicati sulla pelle e sui capelli)”.

 La calotta , che “dovrebbe coprire la parte superiore della testa e scendere almeno fino al livello del bordo superiore della fascia sulla parte frontale dell’elmetto” , dovrebbe avere “una resistenza la più uniforme possibile e non dovrebbe essere rinforzata maggiormente in alcun punto”.

Il documento riporta anche informazioni sulla possibilità di eventuali aumenti dello spessore della calotta, sul comfort dei lavoratori (è ad esempio raccomandata l’aggiunta di una fascia antisudore) e altri dettagli.

 

Il copricapo antiurto per l’industria deve essere “dotato di mezzi in grado di assorbire l’energia di un impatto”. E anche in questo caso i materiali utilizzati dovrebbero essere di qualità durevole.

Il copricapo antiurto dovrebbe essere “progettato in modo da permettere la massima regolazione della bardatura nella calotta al fine di ottimizzare il comfort dell’utilizzatore. Qualsiasi dispositivo applicato al copricapo antiurto dovrebbe essere progettato in modo da non causare lesioni al portatore in caso di incidente. In particolare, all’interno del copricapo antiurto non ci dovrebbero essere sporgenze metalliche o rigide tali da poter causare lesioni. Nessuna parte del copricapo antiurto dovrebbe avere spigoli vivi sporgenti. Quando la bardatura è fissata alla calotta mediante cuciture, queste dovrebbero essere protette contro l’abrasione”.

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